Un figlio appena nato è un mestiere che non lascia respiro.
Non si fa il proprio dovere perché qualcuno ci dica grazie, lo si fa per principio, per se stessi, per la propria dignità.
La felicità è un oblìo che dura una settimana.
Il poeta ribelle, l'eroe solitario, è un individuo senza seguaci: non trascina le masse in piazza, non provoca le rivoluzioni. Però le prepara.
La libertà non ha patria.
Non esiste una moralità pubblica e una moralità privata. La moralità è una sola, perbacco, e vale per tutte le manifestazioni della vita. E chi approfitta della politica per guadagnare poltrone o prebende non è un politico. È un affarista, un disonesto.
Quel che non bisogna assolutamente che i figli sappiano, è che li si è fatti nascere.
Amate i figli che la Provvidenza vi manda; ma amateli di vero, profondo, severo amore; non dell'amore snervato, irragionevole, cieco, ch'è egoismo per voi, rovina per essi.
La piena utilizzazione della vita è raggiunta dalle donne che hanno figli. Quella è la loro certezza.
Lasciate che i nostri figli crescano alti, e alcuni più alti degli altri se saranno in grado di farlo.
Un granello di sabbia rispecchia la meraviglia dell'universo. Un figlio dimostra la meraviglia che siamo.
Quando ti nasce un figlio non sai mai chi ti metti in casa.
Dobbiamo incoraggiare i figli ad avere senso di responsabilità, ad essere liberi e ad avere proprie opinioni.
Gli esseri i più feroci, sono disarmati quando s'accarezzano i loro figli.
Se le donne hanno una debolezza, è che mettono i figli innanzi a sé stesse.
Passiamo i primi dodici mesi della vita dei nostri figli ad insegnare loro a camminare e a parlare, e i seguenti dodici anni a dire loro di sedersi e tacere.