Nel mio paese prima si va in carcere e poi si diventa presidente.— Nelson Mandela
Nel mio paese prima si va in carcere e poi si diventa presidente.
Se tu permetti alla tua luce di splendere, tu inconsciamente dai agli altri il permesso di fare lo stesso. Così tu sei liberato dalle tue paure, la tua presenza automaticamente libera gli altri.
Non sono l'unico che non vuole vendetta. Quasi tutte le persone che erano in carcere con me non vogliono vendetta, perché non c'è tempo per fare qualcosa che non sia provare a salvare la tua gente.
Coloro che affrontano i problemi con atteggiamento intollerante non sono adatti alla lotta.
Se si vuole fare la pace con il nemico, si deve lavorare con il proprio nemico. Esso deve poi diventare il vostro partner.
Ci sono state occasioni nelle quali l'aggressione fisica non è stata così grave quanto l'oppressione psicologica sofferta dalla popolazione nera durante l'apartheid. È una tortura psicologica impossibile da descrivere a parole.
La peggiore disgrazia in prigione, è di non poter chiudere la propria porta.
Danbury non era una prigione. Era una scuola del crimine, entrai con un diploma in Marijuana, ne uscii con un Dottorato in Cocaina.
Se fossi un detenuto, vorrei un libro per volar via, oltre le mura del carcere.
È finito in prigione perché urlava di non essere libero.
E anche voi foste in qualche prigione, le cui mura non lasciassero giungere ai tuoi sensi alcun rumore del mondo - non avreste allora ancora la vostra infanzia, quel bene prezioso, regale, quel forziere che sono le vostre memorie.
I colpevoli, per mancanza di prove, stanno per intanto sotto chiave, ma conto di metterli fuori entro una settimana circa. Per ignoranza han trasgredito gli ordini!
Più potente della paura per l'inumana vita della prigione è la rabbia per le terribili condizioni nelle quali il mio popolo è soggetto fuori dalle prigioni.
Rorschach [Dopo aver gettato olio bollente a un detenuto che voleva ucciderlo]: "Nessuno di voi ha capito. Non sono io rinchiuso qui dentro con voi. Siete voi rinchiusi qui dentro con me".
Sono andato in prigione a sedici anni per il furto di pneumatici di una Cadillac. Quando sono uscito ho detto: mai più.
Non tutte le prigioni hanno le sbarre: ve ne sono molte altre meno evidenti da cui è difficile evadere, perché non sappiamo di esserne prigionieri. Sono le prigioni dei nostri automatismi culturali che castrano l'immaginazione, fonte di creatività.