L'ottimismo è il belletto che ricopre gli inestetismi del futuro.
La burocrazia è un grattacielo senza ascensore.
Meno idee si hanno e meno si è disposti a cambiarle.
Le eccezioni sono l'unico aspetto positivo delle regole.
Un aforisma ha poco fiato in corpo, ma gambe lunghe.
Il superbo cammina sui trampoli della solitudine.
Il rimorso è per ciò che siamo e fatalmente saremo: non riguarda il passato, ma anche il futuro.
Perché dovremmo guardare al passato per prepararci al futuro? Perché non c'è nessun altro posto in cui cercare.
La parola esperienza non ha neppure un'accezione che non presupponga la distinzione tra passato e futuro.
Chi non ha paura del futuro può godersi il presente.
Chi controlla il passato - diceva lo slogan del Partito - controlla il futuro. Chi controlla il presente controlla il passato.
Il futuro non è nella spiegazione, ma è nell'incanto del non sapere. Davanti all'universo, alla musica, all'esistenza, semplicemente mi arrendo.
Occorre che si trascenda il Sé con tutti i suoi rimpianti, con tutte le sue paure, i suoi vanti, i suoi desideri momentanei, le sue ambizioni, le sue speranze in giorni di là da venire.
È proprio tempo di pensare all'avvenire, quando non c'è più nessun avvenire a cui pensare.
L'uomo non pensa mai all'avvenire, se non quando gli dà noja il presente.
I vecchi tempi non sono sempre stati positivi ed il futuro non è così male come sembra.