Qualsiasi cosa accada, alla fine, il risultato è quello che meriti.
Se vuoi essere il migliore devi fare quelle cose che gli altri non vogliono fare.
Nei mesi scorsi sono stato due volte in Brasile e mi sono reso conto di quanto la città sia eccitata all'idea di ospitare i Giochi. Per strada la gente sprigiona un'energia immensa. Per questo credo che l'edizione sarà molto speciale.
Il doping fa a pezzi l'idea di sport ed è questo che mi fa incazzare.
Se qualcuno ti resta accanto nei momenti peggiori, allora merita di essere con te nei momenti migliori.
Se si trattasse ognuno a seconda del suo merito, chi potrebbe evitare la frusta?
Il mondo ricompensa più spesso le apparenze del merito che il merito stesso.
Riconoscere il merito è più difficile che entusiasmarsi.
Mio nonno mi disse una volta che ci sono due tipi di persone: quelli che fanno il lavoro e quelli che si prendono il merito. Mi disse di cercare di essere nel primo gruppo; ci sarà sempre molta meno competizione.
Il suo merito più significativo, quello che, forse, costituisce un «unicum» nell'ampio ventaglio delle culture mondiali e che le ha consentito più volte di risorgere dalle proprie rovine quando pareva condannata a morte certa, è stata la capacità di fare autocritica.
Non v'è merito alcuno nel serbarsi fedele a una creatura cui si vuol bene.
Penso che nessuno deve leggere la poesia, o guardare quadri e statue, in cui non si possa trovare più di ciò che il poeta o l'artista realmente voleva esprimere. Il loro più alto merito è la suggestione.
Il merito prevale sull'età.
Il merito dell'originalità non è la novità, bensì la sincerità.