Il talento o ce l'hai o non ce l'hai.
Quando sono arrivato a Roma sono rimasto molto impressionato da due cose: dal Colosseo e dalla cameriera della mia stanza d'albergo. Tutt'e due avevano una struttura incredibile.
Se Dio avesse voluto che l'uomo volasse, l'avrebbe fatto nascere con un biglietto.
Dio non può rispondere a tutti coloro che lo chiamano. È come il cameriere in un ristorante. Ha troppi tavoli da servire.
Sono uno degli uomini più belli del mondo. Essere basso non mi ha mai disturbato un momento. Tutti gli altri momenti volevo suicidarmi.
Tutti sono capaci di farsi notare, ma per passare inosservati serve del talento vero.
Io non mi preoccupo mai, perché dovrei preoccuparmi? Si preoccupa solo chi sa di non essere bravo perché sa che quando sale sul palco potrebbero fischiarlo.
Il talento è amico della violenza e della crudeltà in trasmissione.
Quando sarò di fronte a Dio alla fine della mia vita, spero che non mi sarà rimasta nemmeno una briciola di talento, e che io possa dire, "Ho usato tutto quello che mi hai dato".
In genere nei campioni di scacchi non vi sono indizi di particolari talenti, tranne quello ovvio di saper giocare a scacchi.
Al mondo tutte le grandi cose vengono fatte da persone che sono ingenue e hanno un'idea che è palesemente impossibile.
Ho scritturato Renato Zero e Amedeo Minghi perché avevo intuito che avevano dei grandi numeri. Però erano molto avanti coi tempi. Infatti io non sono riuscito a portarli al successo, ci sono arrivati dopo dieci anni.
È un gran sollievo non essere costretti a manifestare doti che non si posseggono.
Il talento è la capacità di imparare. Il genio è la capacità di evolversi.
Se hai un grande talento, lavorare lo migliorerà; se hai delle capacità modeste, il lavoro supplirà a queste carenze. Nulla viene negato a un lavoro ben diretto: nulla si otterrà mai senza esso.