Propagare la vita è propagare il terrore.
A noi che siamo nati dopo la fine di tutto, non resta nemmeno la freschezza del decadere.
Dappertutto questi macigni e queste caverne, questa nebbia soffocante, questi labirinti vischiosi, dappertutto psicologia.
Si può osservare che nelle discussioni politiche, religiose o d'altra natura la gente non vuole affatto conoscere la realtà delle cose, ma solo essere confermata nei suoi pregiudizi: è di una fede, non della verità, che ha bisogno.
Soltanto quando siamo maturi per morire intravediamo come avremmo dovuto vivere.
Che si siano sempre pregati gli dèi è umano, ma ciò non depone, a dire il vero, in favore della nostra eleganza. Meno che mai della loro.
La vita era come l'aria. Sembrava che non ci fosse alcun modo di lasciarla fuori, o tenerla a distanza, e tutto quel che si poteva fare era viverla e respirarla.
Arrendersi vuol dire una profonda accettazione di ciò che accade. Aprirsi alla vita.
Ciascuna parte della vita ha un suo proprio carattere, sì che la debolezza dei fanciulli, la baldanza dei giovani, la serietà dell'età virile e la maturità della vecchiezza portano un loro frutto naturale che va colto a suo tempo.
La vita è una cosa spiacevole, e io mi sono proposto di passare la mia vita a rifletterci sopra.
Può citarmi le cose più importanti nella sua vita? Non saprei. Tutto. Vivere. Fumare.
La vita non è triste. Ha delle ore tristi.
Il mondo è nelle mani di coloro che hanno il coraggio di sognare e di correre il rischio di vivere i propri sogni.
La vita è così brava a sclerotizzare le cose, e gli atteggiamenti diventano le scelte.
Ecco l'unico motivo per cui non possiamo lamentarci della vita: non trattiene nessuno.
L'uomo non posside la vita, la riceve. E nel momento in cui cessa di trasmettere vita, in quel preciso momento la vita in lui si dissecca. La vita si alimenta di vita donata.