Le previsioni sono difficili da fare, soprattutto quando riguardano il futuro.
Sentirci anonimi in mezzo alla gente che ci circonda è una sofferenza terribile: è come essere invisibili.
Nulla è impossibile, solo i limiti della nostra mente definiscono alcune cose come inconcepibili.
L'umorismo, che splendido modo per neutralizzare la realtà quando essa ci cade addosso.
Se tutti lo facessero anche solo una volta al giorno, regalare un sorriso, immagini che incredibile contagio di buon umore si espanderebbe sulla terra?
L'impotenza genera la paura. Distrugge le nostre reazioni, l'intelligenza, il buon senso, e apre la porta alla debolezza.
Nel futuro ognuno sarà famoso per quindici minuti.
Quello che ci lasciamo dietro e quello che ci aspetta sono niente in confronto a quello che è dentro di noi.
La verità è che non sai cosa succederà domani. La vita è una corsa folle, e niente è garantito.
Le emozioni non sono che avvertimenti su quanto ci potrà accadere in futuro.
Negare il passato significa negare il futuro.
In fondo siamo così liberi, viviamo così poco legati a un passato o a un futuro, che l'ineffabilità sembra la nostra essenza più autentica.
Mentre mi addormento, cerco di immaginare un mondo futuro in cui non ci siano Hunger Games o Capitol City. Un posto come il prato della canzone che ho cantato quando è morta Rue. Dove il figlio di Peeta potrebbe essere al sicuro.
Il passato, il futuro. Ci sono momenti nella storia in cui la rinuncia al coraggio di progettare il nuovo apre la strada a chi guida la rabbia verso approdi sconosciuti. La sinistra non può avere paura del futuro, né nostalgia del passato.
Il problema del futuro è che è noioso: il suo grande segreto è che è il presente, e il presente non è mai attrattivo come il futuro. Dovrebbe esserlo, ma non lo è.
La vita non sarebbe degna di essere vissuta se mi preoccupassi del futuro così come faccio col presente.