Non ho mai pensato al percorso della mia carriera, nel bene e nel male.
La rabbia è non solo inevitabile, è necessaria. La sua assenza indica indifferenza, la più disastrosa delle mancanze umane.
Gli indifferenti non hanno mai fatto la storia, non hanno mai neanche capito la storia.
La lotta alla mafia dev'essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell'indifferenza, della contiguità e quindi della complicità.
Chi ha veramente talento ne ha anche da fregarsene.
Il peggiore degli atteggiamenti è l'indifferenza, dire io non posso niente, me ne infischio". Comportandovi così, perdete una delle componenti essenziali che ci fa essere uomini. Una delle componenti indispensabili: la facoltà di indignazione e l'impegno che ne è la diretta conseguenza.
Rimanere in silenzio vuol dire essere passivi.
La forza della mafia è in quell'area grigia (ma talvolta proprio nera) che sta fra la complicità e l'indifferenza, perché conviene e perché può darti una facile assoluzione.
Ci sono i conosciuti e gli sconosciuti. I conosciuti ci tengono a farsi riconoscere, gli sconosciuti vorrebbero rimanere tali, e a tutti e due va male.
Dall'abito della rassegnazione sempre nasce noncuranza, negligenza, indolenza, inattività, e quasi immobilità.
La solitudine si rivela più forte quando si tenta di contrastarla.