L'estremo lembo dell'audacia è amare umilmente se stessi.
Il cammino del Signore è semplice come quello di Giovanni e Andrea, di Simone e Filippo, che hanno cominciato ad andare dietro a Cristo: per curiosità e desiderio. Non c'è altra strada, al fondo, oltre questa curiosità desiderosa destata dal presentimento del vero.
L'unica condizione per essere sempre e veramente religiosi è vivere sempre intensamente il reale.
Se tutto converge all'uno, si mette per forza in ordine; il disordine c'è quando non c'è un «uno» verso cui, in funzione di cui andare.
Una domanda o è una domanda di vero o è una falsità. Se è una domanda di vero aggiunge bellezza anche alla bellezza più grande.
La domanda è già un miracolo. È il primo modo della coerenza, del compimento di sé, della propria libertà.
Un uomo libero è sempre adatto per una donna libera: basta ci sia l'amore.
Quando tu ami senza provocare amore, cioè quando il tuo amore come amore non produce amore reciproco, e attraverso la tua manifestazione di vita, di uomo che ama, non fai di te stesso un uomo amato, il tuo amore è impotente, è una sventura.
L'amore è l'ala che Dio ha dato all'anima per salire sino a lui.
L'amore è un divino fanciullo che aborre la vergogna.
Quando si è innamorati si comincia con l'ingannare sé stessi. E si finisce con l'ingannare gli altri. È questo che il mondo chiama una storia d'amore.
L'amore d'oggi è una malattia che entra nel sangue con il contatto; il resto è letteratura romantica del passato, è chiacchiera, è retorica; può essere tutt'al più contorno, ma non è il nocciolo.
Le carezze, le espressioni di amore, sono necessarie alla vita affettiva come le foglie alla vita di un albero. Se sono interamente trattenuti, l'amore morirà alle radici.
Non essere amati è una sofferenza grande, però non la più grande. La più grande è non essere amati più.
L'amore è la saggezza dello sciocco e la follia del saggio.
Chi ama irrita sempre chi non ama.