La sicurezza del potere si fonda sull'insicurezza dei cittadini.
Voglio quel che non c'è mai stato e che evidentemente non c'è; e che continuando si fa meta sempre più lontana. Il che mi fa ancora e sempre apparire come un pessimista: e pare non sia permesso esserlo neppure di fronte al pessimo. Allegria, allegria.
E non è che avesse torto, pensava il capitano: da secoli i bargelli mordevano gli uomini come lui, magari la facevano assicurare, come diceva il vecchio, e poi mordevano. Che cosa erano stati i bargelli se non strumenti della usurpazione e dell'arbitrio?
È come aver sete e bere. Non c'è niente di più semplice che aver sete e bere; essere soddisfatti nel bere e nell'aver bevuto; non aver più sete. Semplicissimo.
Poiché nulla di sé e del mondo sa la generalità degli uomini, se la letteratura non glielo apprende.
Tutto quello che vogliamo combattere fuori di noi è dentro di noi; e dentro di noi bisogna prima cercarlo e combatterlo.
Non ci possiamo riconoscere in un Paese dove la sicurezza è affidata a politicizzati che fanno gli sceriffi, gli immigrati sono trattati da criminali, non si investe nella scuola nell'università e nella ricerca, si invita a superare la crisi economica prendendola con allegria.
Solo i bambini che hanno un posto sicuro possono concedersi di correre dei rischi. Gli adulti sono meno audaci perché non si sentono mai al sicuro.
Una nave in porto è sicura, ma non è per questo che sono state costruite le navi.
Quando uno ammette che nulla è certo deve anche, io penso, ammettere che certe cose sono molto più vicine alla certezza di altre.
La miseria e le preoccupazioni generano il dolore, la sicurezza, invece, e l'abbondanza la noia.
Nell'uomo c'è il desiderio di credere in Dio per bisogno di sicurezza e di protezione.
Non c'è certezza fuori dalla falsificazione.
Nessuno può costruire la sua sicurezza sulla nobiltà di un altro.
Solo gl'inscurì vogliono la sicurezza.
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