Condividere, in amore, non significa tenere il bilancio di chi fa questo o quello, di chi fa più di un altro. Vi sono momenti in cui dobbiamo dare di più di quanto riceviamo, ma ve ne saranno altri in cui avremo bisogno di ricevere più di quanto saremo in condizione di donare.

Leo Buscaglia
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La nostra interpretazione

L’amore viene presentato come uno spazio in cui lo scambio non è regolato dalla logica del dare e avere, ma da quella della fiducia e della generosità. In una relazione autentica non esiste un registro nascosto in cui segnare chi fa di più o di meno, perché il valore del gesto non si misura in quantità, ma nell’intenzione e nella cura. I momenti della vita non sono tutti uguali: ci sono periodi in cui si ha più energia, più risorse emotive, più forza per sostenere l’altro, e allora si dona senza riserve. Altri periodi, invece, mettono in evidenza fragilità, stanchezza, bisogno di essere accolti e sostenuti. In questo alternarsi di ruoli si manifesta la profondità del legame: oggi sorreggo io, domani avrò bisogno di essere sorretto. L’equilibrio non sta nella perfetta simmetria quotidiana, ma nell’arco lungo della relazione, in cui entrambi accettano di esporsi, di chiedere, di offrire senza paura di essere giudicati. L’amore diventa così un patto di reciproca umanità, in cui dare e ricevere non sono opposti, ma movimenti complementari della stessa fiducia condivisa.

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