Un vincente non è mai stanco di vincere e io non voglio perdere mai.
Nella storia della Champions c'è un solo club e un solo allenatore che erano sul tre a zero e hanno perso la finale.
Parlare di fair play, di rispetto per l'avversario e di cartellino rosso al razzismo, non devono essere parole, devono essere fatti.
La vittoria ottenuta con la violenza è equivalente alla sconfitta, perché è momentanea.
Ho lottato, è già tanto, ho creduto nella mia vittoria. È già qualcosa essere arrivati fin qui: non aver temuto morire, l'aver preferito coraggiosa morte a vita da imbecille.
Una mente preoccupata dal dubbio non può concentrarsi sul cammino verso la vittoria.
Vinco perché non mollo mai, ma guai pensare che l'arte sia una gara.
Così il CAI Centrale si limita a «riconoscere a Bonatti il giusto merito per l'apporto alpinistico da lui dato alla vittoria del K2»... E chi mai, fin dall'inizio, ne aveva dubitato? Risultò insomma, tout court, una finta, assurda e persino ridicola revisione storica.
Fottere un repubblicano alle elezioni è il piacere più grande che un uomo possa concedersi senza togliersi i vestiti di dosso.
Troppa enfasi viene riconosciuta alla vittoria. Le sole circostanze in cui riveste autentica importanza sono la guerra e la chirurgia.
La miglior vittoria è quando l'avversario si arrende di sua propria iniziativa prima che vi siano davvero delle ostilità... È meglio vincere senza combattere.
Ci dovrebbe essere una pace senza vittoria... solo una pace fra uguali alla fine può durare.
Se conosci il nemico e te stesso, la tua vittoria è sicura. Se conosci te stesso ma non il nemico, le tue probabilità di vincere e perdere sono uguali. Se non conosci il nemico e nemmeno te stesso, soccomberai in ogni battaglia.