Bisogna imparare a riconoscere e a rispettare negli altri animali i sentimenti che vibrano in noi stessi.
Come l'origine dell'uomo è passata attraverso la condizione animale, così la chiave della comprensione dell'uomo passa attraverso la conoscenza degli animali.
Anche gli animali sono creature di Dio, che nella loro muta sofferenza sono un segno dell'impronta universale del peccato e della universale attesa della redenzione.
Esistono poi gli animali e tra gli animali includo anche gli uomini; l'etimologia di animale è, infatti, "anima", la comunanza di vita ricevuta e, se posso esprimermi così, riconosciuta dalla propria coscienza.
Ci sono storie chassidiche molto frequenti sul fatto che una delle grandi occasioni perse, da parte dei giusti, per far venire il messia, è stata quella di essere indifferenti alle sofferenze degli animali.
Se un bambino maltratta un animale, anche grosso, bisogna picchiarlo, perché il più forte e il più cattivo è lui.
Non sono lontano dal pensare che gli uomini arriveranno veramente a non uccidersi tra di loro, quando arriveranno a non uccidere più gli animali.
Sono convinto che gli animali siano creature di Dio esattamente come lo sono gli esseri umani. E noi dobbiamo rispettarli e amarli, invece di macellarli.
Il nostro amore per loro si misura proprio dai sacrifici cui siamo disposti a sobbarcarci.
L'amore per l'uomo non esclude quello per gli animali, e viceversa, perché l'amore non è mai fonte di separazione né di giudizio. Chi ama, ama e basta. Chi ama e separa, non ha mai iniziato a farlo.
Non è generata una bestia nello stesso modo in cui noi lo siamo? Non è il suo corpo nutrito dallo stesso cibo, ferito dagli stessi colpi; non è la sua mente agitata dalle stesse passioni?