Fidanzamento. Una chiamata alle armi; il divorzio invece è il disarmo.
Felicità. Una cosa che dipende non dalla posizione, ma dalla disposizione.
Cortesia. Ascoltare discorsi su cose che sapete benissimo da chi non ne sa nulla.
Russare. Dormire ad alta voce.
Tassazione. L'arte di pelare l'oca facendola gridare il meno possibile e ottenendone la maggior quantità di penne.
Preoccupazione. L'interesse che paghiamo sui guai prima che essi arrivino.
Molte donne si fanno un nome semplicemente cambiando cognome.
Il divorzio è, nel migliore dei casi, un fallimento, e ci interessa molto più curare la sua causa che eliminare i suoi difetti.
Il pensiero di cucinare, lavare, stirare, fare la spesa e piegare la biancheria è, per molti uomini, il più potente, se non l'unico, deterrente verso il divorzio.
Il divorzio risale probabilmente alla stessa epoca del matrimonio. Ritengo, comunque, che il matrimonio sia più antico di qualche settimana.
Le donne si dividono in due categorie: le nubili, che non sognano che il matrimonio, e le sposate, che non sognano che il divorzio.
Per decenni passavo per una disfattista a causa del divorzio e l'aborto, ora i giornali del Cavaliere mi chiamano Santa Maria Goretti, parruccona, Torquemada... Ma tutto questo a me pare solo un segno di debolezza e di nervosismo.
Le automobili sono tecnologicamente più sofisticate dei letti separati, ma le motivazioni umane nel loro uso sono a volte le stesse.
Dal mio matrimonio speravo di ricavare amore, calore, affetto e comprensione. Invece è stata una relazione basata sulla freddezza e sull'indifferenza.
Ormai non ci si stupisce che divorzino, ci si stupisce che si sposino.
Per un po' abbiamo riflettuto se fosse meglio fare una vacanza o divorziare. Abbiamo deciso che un viaggio alle Bermuda finisce in due settimane, ma un divorzio è qualcosa che ti resta per sempre.