L'uomo è ciò che egli fa per essere.
Il povero non sa che la sua funzione nella vita è permetterci l'esercizio della generosità.
Un uomo è insieme giudice e parte in causa della sua realtà, e si ignora nella misura stessa in cui si conosce.
Ci possono essere momenti più belli, ma questo è il nostro.
Una volta che ascolti i dettagli della vittoria, è difficile distinguerla dalla sconfitta.
Anche nel democratico più liberale si può nascondere una sfumatura di antisemitismo: egli è ostile all'ebreo nella misura in cui questi osa pensarsi, appunto, ebreo.
L'uomo è ciò che mangia.
L'uomo senza immaginazione non ha ali.
L'uomo, infatti, per sua intima natura è un essere sociale, e senza i rapporti con gli altri non può vivere né esplicare le sue doti.
L'uomo non può essere definito. Mi preoccupa sempre un po' quando si vuole definire l'uomo. Temo che non lo si possa delimitare, ed è quello che vuol dire "definire". Questo potrebbe essere fatto solo escludendo.
Tutte le Scritture sono state scritte per questo: perché l'uomo capisse quanto Dio lo ama e, capendolo, s'infiammasse d'amore verso di lui.
Noi riteniamo di vivere la vita come individui separati da tutto il resto. Ma non siamo che attimi insignificanti della sua eternità.
Lo scopo della vita dell'umanità sulla Terra è quello di conformarsi liberamente alla ragione in tutte le sue relazioni.
Quando un uomo con la pistola incontra un uomo col fucile, l'uomo con la pistola è un uomo morto.
Creatura quanto mai strana è l'uomo: insaziabile, sempre inappagato, irrequieto, mai in pace con Dio o con se stesso, di giorno tende senza posa a inutili mete, di notte si abbandona a un'orgia di desideri proibiti e malvagi.
L'uomo è la specie più folle: venera un Dio invisibile e distrugge una Natura visibile. Senza rendersi conto che la Natura che sta distruggendo è quel Dio che sta venerando.