Nella danza delle vendette è più facile subire che condurre il gioco.
La persona che non vuole o che non può perdonare non riesce facilmente a vivere il momento presente. Si aggancia con ostinazione al passato e, proprio per questo, si condanna a sciupare il presente.
La vendetta è in qualche modo una giustizia istintiva che proviene dagli dèi primitivi dell'inconscio. Essa mira a ristabilire un'uguaglianza basata sulla sofferenza inflitta in modo reciproco.
Nel perdono, non ci si limita a non vendicarsi, ma si deve avere il coraggio di andare alla radice delle tendenze aggressive deviate, per estirparle.
Tutti hanno bisogno di perdonare in certi momenti, per ristabilire la pace e continuare a vivere insieme.
Sempre la vendetta è il godimento di un animo da poco, di un animo pauroso e gretto. Puoi averne subito la prova: nessuno gode della vendetta più della donna.
Il miglior modo per vendicarsi dei propri nemici è diventare migliori di loro.
La vendetta è una pigra forma di sofferenza.
Il male è concepire miserie sempre maggiori, assecondando il bisogno incessante dell'uomo di esigere vendetta per il suo odio.
È da stolti volersi vendicare del vicino con un incendio.
Sto decidendo come farti soffrire!
Grillo sta preparando il prossimo Vaffa-Day contro la stampa. Io gli vorrei dire di stare attento, perché la stampa è vendicativa. Quando io ho creato un modo di comunicare con la gente che superava il giornalista classico, me l'hanno fatta pagare tutti.
Vuoi essere felice per un istante? Vendicati! Vuoi essere felice per sempre? Perdona!
Sono troppi quelli che si sentono stupidi al suo confronto, e nessuno è più vendicativo di colui che si accorge di essere inferiore.