La medicina è la sola professione che lotta incessantemente per distruggere la ragione della propria esistenza.
Definirò ciò che ritengo essere la medicina: in prima approssimazione, liberare i malati dalle sofferenze e contenere la violenza della malattia, e non curare chi è ormai sopraffatto dal male.
I medici si agitano in questo dilemma: o lasciar morire l'ammalato per timore di ucciderlo o ucciderlo per timore che muoia.
La medicina consiste nell'introdurre droghe che non si conoscono in un corpo che si conosce ancor meno.
Il cloroformio ha permesso a qualsiasi imbecille di fare il chirurgo.
Per un'affezione che i medici guariscono coi loro farmaci, costoro ne provocano dieci in soggetti sani, inoculando quell'agente patogeno mille volte più virulento di qualunque altro microbo: l'idea di essere malati.
Attenti al medico che ha un rimedio per tutto.
La medicina è anche una professione di morte, medicina e "medicidio".
Un medico che curi se stesso ha un matto per paziente.
Il vero miracolo della medicina moderna è di natura diabolica: consiste nel far sopravvivere non solo singoli individui, ma popolazioni intere, a livelli di salute personale disumanamente bassi.
La medicina ha fatto così tanti progressi che ormai più nessuno è sano.