I nostri costumi sono stati corrotti a furia di comunicare con i santi.
Ciò che viene comunemente definito amicizia è solo un pizzico d'onore fra mascalzoni.
Nessun metodo o disciplina può superare la necessità di essere per sempre all'erta.
Gli eroi e gli scopritori hanno trovato il vero, più di quanto fosse prevedibile, solo quando si aspettavano e sognavano qualcosa di più di quanto sognato dai loro contemporanei.
La vita che gli uomini lodano e considerano coronata di successo è solo una maniera di vita. Perché mai si dovrebbe esagerare un qualsiasi modo di vita a danno di altri?
Ciò che chiamiamo rassegnazione non è altro che disperazione cronica.
I Santi sono tenerissimi quando sono all'interno della missione che Dio ha loro affidato, e diventano piuttosto "burberi" quando sono all'esterno di questa missione.
I santi sono gli unici uomini veramente e pienamente realizzati.
Vorremmo diventare santi in un giorno... Cerchiamo invece di essere fedeli a cooperare con le grazie che Dio ci accorda, ed egli non mancherà di portarci alla realizzazione dei suoi progetti.
Il miglior modo di onorare i santi è di imitarli.
Se definisci santo un uomo, hai creato il peccatore. Adesso, da qualche parte, dovrai condannare qualcuno, perché il santo non può esistere senza il peccatore.
Il santo: passa la vita a illustrare le infinite cose che in nessun caso è disposto a fare.
I santi non sono nati, ma si sono fatti santi.
Il Santo riscatta la storia dal suo peccato di essere esistenza. Entra nei disegni di Dio e libera l'umanità dalla schiavitù del potere, della abitudine e della desolante ipocrisia. Colui che possiede la vocazione è sempre libero.
Dio ci scampi anche dai santi!
Il santo è l'uomo vero, un uomo vero perché aderisce a Dio e quindi all'ideale per cui è stato costruito il suo cuore, di cui è costituito il suo destino.