Le uniche rivoluzioni durature sono quelle del pensiero.
Non si è religiosi soltanto quando si adora una divinità, ma anche quando si mettono tutte le risorse dei proprio spirito, tutte le sottomissioni della volontà, tutti gli ardori del fanatismo, al servizio d'una causa o d'un uomo diventato lo scopo e la guida dei sentimenti e degli atti.
Per il solo fatto di far parte di una folla, l'uomo discende di parecchi gradi la scala della civiltà. Isolato, sarebbe forse un individuo colto, nella folla è un istintivo, per conseguenza un barbaro.
Il carattere e l'intelligenza si trovano raramente uniti, bisogna rassegnarsi a scegliere gli amici per il loro carattere e le relazioni per la loro intelligenza.
Il valore attribuito a una dottrina dipende molto meno dalla sua correttezza che dal prestigio posseduto da colui che la enuncia.
Un'opinione può avere origini emotive, mistiche o razionali. L'origine razionale è la più rara.
La rivoluzione del mondo, passa attraverso la rivoluzione dell'individuo.
La parola rivoluzione è una parola per la quale si uccide, per la quale si muore, per la quale si mandano a morte le masse, ma che non ha alcun contenuto.
Nessun vero rivoluzionario muore invano.
Le rivoluzioni non sono sciocchezze, ma dalle sciocchezze hanno origine.
Non si può fare una rivoluzione portando i guanti di seta.
Per fare una frittata bisogna rompere delle uova.
Forse una rivoluzione potrà sì determinare l'affrancamento da un dispotismo personale e da un'oppressione avida di guadagno e di potere, ma mai una vera riforma del modo di pensare.
Per fare una rivoluzione ci vogliono due cose: qualcuno o qualcosa contro cui rivoltarsi e qualcuno che si presenti e faccia la rivoluzione.
Sarà rivoluzionario colui che potrà rivoluzionare se stesso.
Le rivoluzioni nascono dalla cima. Sono causate da ciò che vi è di marcio alla cima.