Io mi sono conosciuto nel sogno.
Quello che pesa, in questa nostra condizione umana, sono le poche gioie di cui godiamo, o meglio sono le nostre speranze, poiché esse c'incatenano alla vita.
Una donna può esserci necessaria, e non esserci sufficiente.
Non c'è niente che assomigli così poco al sonno come la morte. Il sonno è dolcezza, e tutti lo desiderano, la morte è condanna, il sonno è pausa e intervallo, la morte è immutabile stato, il sonno è restauro, la morte distruzione.
Chi sa "ascoltarsi" vive più vite. Per chi attinge alla propria sensibilità profonda, il passato non è mai morto; non solo, ma la sua vita presente si dilata immensamente di là dai suoi limiti apparenti, ad abbracciare innumerevoli esperienze.
Anche le libere, graziose, festose farfalle sono colpite dalla malattia che quando visita noi, chiamiamo: cancro. Non c'è nemmeno un angolo del creato in cui non si mostri la grandezza e la bontà del creatore.
Ma sognare è un fiume profondo, che precipita a una lontana sorgiva, ripùllula nel mattino di verità.
La grandezza nella vita sta nella grandezza del Sogno in cui si è deciso di credere.
Se sognare un poco è pericoloso, la sua cura non è sognare meno ma sognare di più, sognare tutto il tempo.
Sogna come se dovessi vivere per sempre. Vivi come se dovessi morire domani.
I sogni apparentemente innocenti si rivelano maliziosi, quando ci si sforza di interpretarli.
Solo quando i sogni vanno persi come lacrime nella pioggia è arrivato il momento di morire.
Uno si fa dei sogni, roba sua, intima, e poi la vita non ci sta a giocarci insieme, e te li smonta, un attimo, una frase, e tutto si disfa. Succede.
Il sogno è un rebus.
Il sogno non si occupa mai di inezie; non permettiamo alle quisquilie di disturbarci nel sonno. I sogni apparentemente innocenti si rivelano maliziosi, quando ci si sforza di interpretarli.
Non c'è dolcezza nei sogni se non fino a che rimangono tali, che non si avverano mai.