Niente si sottrae al comico, neanche la riflessione sul comico.
Come diceva quella ragazza sgomenta al suo ragazzo: "Perché non sei anticonformista anche tu, come tutti gli altri?".
Molte volte il disabile è commiserato e con ciò discriminato proprio da quelli che hanno paura di riconoscersi in lui, direttamente o indirettamente.
C'è più da imparare dalle oscurità di un maestro che dalla chiarezza di un discepolo.
Riconoscere la diversità non è razzismo. È un dovere che abbiamo tutti. Il razzismo però deduce dalla diversità degli altri uomini la diversità dei diritti. Noi invece pensiamo che i diritti siano gli stessi per tutti gli uomini.
La malinconia dei comici è una di quelle leggende di cui nessuno dubita, come la collera dei calmi.
La mia comicità non è mai stata astratta, gratuita. L'ho sempre ricalcata sulla realtà del momento.
Il comico e la tragedia. Semplicemente due volti di un'unica faccia. L'essenza che ha generato il teatro e che, ancora oggi, ne rende possibile la sua aderenza al presente.
Non c'è niente di più comico dell'infelicità.
Un bravo comico deve sempre difendere il suo paese da chi lo governa.
La comicità è arte genetica.
Tutti i grandi comici, da sempre, si muovono e si comportano in maniera immatura, come bambini.
La comicità è la ricerca dello stato infantile virtuoso in cui la purezza, lo sporco, la volgarità e l'impudenza sono tutti fusi nella stessa innocenza, in cui accade la risata.
I veri geni del comico non sono coloro che ci fanno ridere di più, ma coloro che svelano una zona sconosciuta del comico.
Un comico può durare soltanto fino a quando lui stesso o il suo pubblico non lo prendono sul serio.
La prima cosa a sparire quando un paese viene trasformato in uno stato totalitario è la commedia e i comici. Poiché le persone ridono di noi, non credo che capiscano davvero quanto siamo essenziali per la loro salute mentale.