Se la vita non ti sorride, falle il solletico!
Scrivere è qualcosa di intimo, più intimo del sesso, quello lo si fa incastrato nell'altro, si fa senza studiare il corpo che si ha di fronte, dentro. Scrivere è spogliarsi di fronte a qualcuno, lasciarsi guardare così, nudi e in piedi, pieni di difetti di carne.
Scrivere è spogliarsi di fronte a qualcuno, lasciarsi spogliare così, nudi e in piedi, pieni di difetti di carne.
Vorrei che le parole per me non avessero tutta questa importanza, vorrei che non m'incatenassero a chi le dice, a chi le ho dette.
Ho scoperto di avere mani, quando me le hai prese, di avere labbra, perché tu le baciavi. Di essere donna, ogni volta che mi hai spogliato.
Quando mi accorgerò di aver sbagliato ti sarò più vicino: sarà il mio modo di chiedere scusa.
Si vive una volta sola. Ma se lo fai bene, una volta è abbastanza.
Ma la vita è così: ammassata e secca, piena di avvenimenti sterili e ripetuti e sempre uguali e di cui si perde memoria. Spremi, e verrà fuori un pulviscolo di frustazioni standard e un odore di fenolo, un polverizzarsi di garze faraoniche.
La vita è così breve, l'arte così lunga da imparare.
La vita è breve come la scoreggia di una farfalla.
Dei mali della vita ci si consola con la morte, e della morte con i mali della vita. Una gradevole situazione.
La vita è troppo breve perché ci si possa caricare sulle spalle anche il fardello degli errori altrui. Ciascuno vive la propria vita e ne paga il prezzo.
La vita è proprio strana. Ti mette in mano carte che puoi leggere solo dopo averle giocate o solo dopo che altri le giocano per te.
Ama il prossimo tuo come te stesso: ama la tua morte come la tua vita.
La vita non è il supremo valore e diventa amabile e godibile quando è posta al servizio di qualcosa che è più di essa e che la rischiara e riscalda come un sole.
La vita ci insegna ad essere meno duri con noi stessi e con gli altri.