Bisogna essere prudenti quando ci si ammazza, se no si fanno delle figure!
Ci sono due tipi di artisti: quelli che vogliono passare alla storia e quelli che si accontentano di passare alla cassa.
Non si è mai abbastanza coraggiosi, da diventare vigliacchi definitivamente.
Date fiducia all'amore, il resto è niente.
Un'idea, un concetto, un'idea, finché resta un'idea è soltanto un'astrazione. Se potessi mangiare un'idea, avrei fatto la mia rivoluzione.
La solitudine non è mica una follia è indispensabile per star bene in compagnia.
Vi sono suicidi invisibili. Si rimane in vita per pura diplomazia, si beve, si mangia, si cammina. Gli altri ci cascano sempre, ma noi sappiamo, con un riso interno, che si sbagliano, che siamo morti.
Il suicida è uno che, anziché cessar di vivere, sopprime solo la manifestazione di questa volontà: egli non ha rinunciato alla volontà di vita, ma solo alla vita.
Il gusto del suicidio è un dono, un sesto senso, non so cosa, ci si nasce.
Il solo crimine perfetto è il suicidio. Perché è unico e senza appello, al contrario dell'omicidio che deve ripetersi senza fine. Poiché realizza la confusione ideale tra il carnefice e la vittima.
Non sprecate il vostro suicidio: ammazzate prima qualcuno che vi è odioso.
Ma non mi lamenterò più. Ho ricevuto la vita come una ferita e ho proibito al suicidio di guarire la cicatrice. Voglio che il Creatore ne contempli, in ogni ora della sua eternità, il crepaccio spalancato.
Questa storia l'ho progettata e decisa io. Sono sereno, non credere. Ti abbraccio e ti saluto con tutta la forza. Non lasciare che ti sottomettano. Non dimenticarmi.
C'è un solo problema filosofico veramente serio: il suicidio. Giudicare se la vita vale o non vale la pena di essere vissuta significa rispondere alla questione fondamentale della filosofia.
Non che il suicidio sia sempre follia. Ma in genere non è in un accesso di ragione che ci si ammazza.
Perché rinunciare? Perché arrendersi? Esiste al mondo una croce su cui valga la pena suicidarsi?