La grandezza di un uomo si dimostra da quanti stupidi gli danno addosso.
Si dicono parole che lasciano dietro conseguenze e significati. Si fanno gesti che possono ferire, per volontà espressa o per leggerezza. O per il semplice timore di essere feriti.
La bellezza dell'estasi orrorifica consolida l'orrore estatico in una metafisica pazienza: quando morirò vivrò nei miei romanzi.
Questo era un altro rimorso che non sarebbe mai riuscito a diventare un rimpianto.
Il successo e la gioventù sono cose che prima o poi bisogna restituire.
E in mezzo a tutto questo non c'era da sorprendersi se ogni tanto veniva fuori qualcuno che, da solo, scriveva col sangue il suo destino.
Strana grandezza quella che dipende tutta dagli applausi di una folla imbecille!
La prova principale della vera grandezza di un uomo è la sua percezione della propria piccolezza.
Una grande città è quella che ha gli uomini e le donne più grandi.
Niente fini, niente grandezza.
L'uomo dimostra di essere grande e piccolo, secondo l'importanza che egli dà, nella vita, alle grandi o alle piccole cose.
La mia formula per la grandezza dell'uomo è amor fati: non volere nulla di diverso, né dietro né davanti a sé, per tutta l'eternità.
Preferirei morire che non essere tra i grandi.
Come? Un grand'uomo? Ma io non vedo che un commediante del suo proprio ideale.
Quando imparerai a fregartene della gente, solo allora sarai grande.
L'uomo veramente grande è colui che fa sentire grande ogni altro uomo.