Il buddismo non è una fede, è un dubbio.
C'è nella vita un elemento di magica coincidenza che può sfuggire alla gente che bada solo all'aspetto prosaico delle cose. Come è stato ben espresso dal paradosso di Poe, la saggezza dovrebbe contare sull'imprevisto.
Devo il mio successo all'aver ascoltato rispettosamente i migliori consigli, e poi essere andato via per fare l'esatto opposto.
La vita è la più bella delle avventure ma solo l'avventuriero lo scopre.
Il poeta cerca solo di mettere la testa in cielo. E' il logico che cerca di mettere il cielo dentro la propria testa. Ed è la sua testa che si spacca.
Il forte non può essere coraggioso. Solo il debole può esserlo.
Il buddhismo non è una religione in cui si aspira semplicemente alla perfezione: la perfezione è la norma.
Nella dottrina di Buddha l'egoismo diviene un dovere: il principio "una sola cosa è necessaria", il "come ti puoi liberare dalla sofferenza" regolano e circoscrivono tutta la dieta spirituale.
Ancor più che una religione, il buddhismo è un modo di vivere.
Il buddhismo è l'unica religione veramente positivistica che la storia ci mostri, anche nella sua teoria della conoscenza (un rigoroso fenomenalismo); esso non parla più di "lotta contro il peccato" bensì, e in ciò dando del tutto ragione alla realtà, di "lotta contro il dolore". anticristo.
Il buddhismo è cento volte più realista del cristianesimo, ha ereditato un modo freddo e oggettivo di porsi i problemi; nasce dopo un movimento filosofico durato centinaia di anni; appena esso sorge, il concetto di "Dio" è già eliminato.
Il Buddha è un maestro di cui la ripugnanza per le questioni infondate è non meno intensa di quella del più rigoroso fisico del XX secolo.
Nei paesi buddhisti niente è mai terribilmente riprovevole, nessuno ti rinfaccia mai qualcosa, nessuno ti fa mai una predica o cerca di darti una lezione. Per questo sono piacevolissimi e fanno sentire a loro agio tanti giovani viaggiatori occidentali, in cerca appunto di libertà.
Il buddhismo è l'ateismo divenuto religione.
Quel che mi è sempre piaciuto del buddhismo è la sua tolleranza, l'assenza del peccato, la mancanza di quel peso sordo che noi occidentali, invece, ci portiamo sempre dietro e che in fondo è la colla della nostra civiltà: il senso di colpa.