Il primo grado dell'eroismo è vincere la paura e il dominio su se stessi.
Sorte miserabile quella dell'eroe che non muore, dell'eroe che sopravvive a se stesso.
Amiamo l'eloquenza fine a se stessa, e non per la verità o per l'eroismo che può suscitare.
L'eroe è uno che si ribella ? o sembra ribellarsi ? ai fatti della vita, e apparentemente trionfa. Ovviamente può essere solo un evento sporadico, non può essere una condizione permanente.
Uno non può fare l'eroe tutta la vita. Anzi, il più delle volte non può farlo per più di 10 minuti. Certo, in quei dieci minuti si vedono le cose diversamente.
Il lavoratore che assolve il dovere sociale senz'altra speranza che un pezzo di pane e la salute della propria famiglia, ripete ogni giorno un atto di eroismo.
Io ho un problema con gli eroi in generale: non mi piacciono. Non amo l'eroe buono, positivo, nemmeno quello mitologico che incarna in sé la morale, la giustezza della vita.
I veri eroi non sono mai perfetti come le leggende che li circondano.
L'eroe vero è sempre eroe per sbaglio, il suo sogno sarebbe di essere un onesto vigliacco come tutti.
L'imbecille finisce dove comincia l'eroe.