La felicità consiste nell'ignoranza del vero.
Come nella speranza o in qualunque altra disposizione dell'animo nostro, il bene lontano è sempre maggiore del presente, così per l'ordinario nel timore è più terribile il male.
In un trattenimento, chi si vuol divertire, propongasi di passare il tempo. Chi vi cerca e vi aspetta il divertimento, non vi trova che noia, e passa quel tempo assai male.
Tasso: Che rimedio potrebbe giovare contro la noia? Genio: Il sonno, l'oppio, e il dolore. E questo è il più potente di tutti: perché l'uomo, mentre patisce, non si annoia per niuna maniera.
L'unico modo per non far conoscere agli altri i propri limiti, è di non oltrepassarli mai.
Tutto si è perfezionato da Omero in poi, ma non la poesia.
Credersi felice vuol dire esserlo; credersi infelice significa press'a poco diventarlo.
Nulla è più difficile che condurre un uomo alla propria felicità.
La felicità non è avere quello che si desidera, ma desiderare quello che si ha.
Felicità e contemporaneamente la sensazione, terrorizzante, che si tratti solo di un'eccezione.
Molte persone hanno un'idea sbagliata di ciò che porta alla vera felicità. Essa non si raggiunge attraverso il piacere personale, ma attraverso la fedeltà ad un proposito degno.
La felicità spesso si insinua attraverso una porta che non sapevate di aver lasciato aperta.
Abbiamo soltanto la felicità che siamo in grado di capire.
Chi non si ritiene molto felice, anche se è padrone del mondo, è un poveretto.
Mie care, la felicità consiste nel poter dire la verità senza far mai soffrire nessuno.
Non abbiamo diritto di consumare felicità senza produrne più di quanto abbiamo diritto di consumare ricchezze senza produrne.