Ingannare uno sciocco significa far le vendette dello spirito.
L'uomo che ha sbagliato ottiene una gran vittoria, se dopo aver perorato la propria causa con se stesso, arriva a convincersi di essere colpevole.
Non bisogna riflettere sulle grandi imprese ma eseguirle senza contestare alla fortuna l'impero che essa ha sulle azioni umane.
Felici quelli che senza nuocere a nessuno sanno procacciarsi il piacere, e insensati gli altri che si immaginano che l'Essere Supremo possa rallegrarsi dei dolori e delle pene e delle astinenze ch'essi gli offrono in sacrificio.
La realtà dipende dall'immaginazione.
La frode non ha mai funzionato, prima o poi qualcosa va storto, quand'è che ce ne siamo dimenticati?
Un inganno tira l'altro.
Vi diranno che non siete abbastanza. Non fatevi ingannare, siete molto meglio di quello che vi vogliono far credere.
L'essenza di tutti i libri, di tutte le tradizioni, di tutte le storie, si riduce a questo: una moglie che inganna il marito, un marito che inganna la moglie, o una moglie e un marito che si ingannano a vicenda.
Dal momento in cui la gelosia è scoperta, essa è considerata da chi ne è oggetto come una diffidenza che legittima l'inganno.
La diffidenza chiama l'inganno.
È sorprendente quante persone sono shoccate dall'onestà e quante poche dall'inganno.
La ragione ci trae in inganno più spesso della natura.
Vale quasi sempre la pena di essere ingannati: i piccoli imbrogli della gente hanno un interesse che ci ripaga a usura di quel che ci costano.
È nella capacità di autoingannarsi che si mostra il massimo talento.