Audacia, ancora audacia, sempre audacia e la Francia sarà salva.
Quando vanno al patibolo col sorriso, quello è il momento di mandare in pezzi la falce della morte.
Tutti hanno coraggio più che a sufficienza per sopportare le afflizioni altrui.
Il coraggio è anche questo: la consapevolezza che l'insuccesso fosse comunque il frutto di un tentativo. Che talvolta è meglio perdesi sulla strada di un viaggio impossibile che non partire mai.
Campassi mille anni, cosa che non mi sembra probabile, non capirò mai dove presi il coraggio di alzarmi e parlare in quel modo, ma sapevo che una volta fatto non mi sarei tirato indietro.
Superare un limite, un confine stabilito, prima che coraggio, è disciplina, esperienza, aiuto della scienza, della medicina, della fisiologia, della psicologia. Solo concentrando nel corpo e nella mente queste cose si può diventare padroni dell'estremo.
Non s'addice il coraggio quando non serve a nulla.
Mi sono imposto di avere il coraggio di dire tutto quello che ho il coraggio di fare.
E con questo sembrava intendere non soltanto che il coraggio più degno di fiducia e più utile è quello che sorge dalla giusta stima del pericolo da affrontare, ma anche che un uomo che non abbia nessuna paura è un compagno di gran lunga più pericoloso di un vigliacco.
Chi vede il giusto e non lo fa è senza coraggio.
I vigliacchi muoiono molte volte innanzi di morire; mentre i coraggiosi provano il gusto della morte una volta sola.
Negli affari privati qual è il primo requisito? L'audacia. E il secondo e il terzo? L'audacia. E tuttavia l'audacia è figlia dell'ignoranza e della bassezza.