Sia in filosofia sia in letteratura lo stile è sostanza.
Uccidendo i suoi ebrei, l'Europa si è suicidata.
Il pensiero assoluto è antisociale, antigregario, forse autistico. È una lebbra che cerca l'isolamento.
Non impariamo più a memoria, "con il cuore". Gli spazi interiori sono muti o intasati di banalità discordanti.
Un nuovo atto di pensiero, un immaginare privo di precedenti discernibili, è l'ambizione, riconosciuta o meno, degli scrittori, dei pittori, dei compositori, dei pensatori.
Di stile Juventus parlano gli altri, non noi.
Nelle questioni di stile, nuota con la corrente. Nelle questioni di principio, rimani saldo come una roccia.
Quanto maggiore sarà il numero delle idee accessorie, tanto più crescerà la bellezza dello stile.
Lo stile è l'abito dei pensieri, e un pensiero ben vestito come un uomo ben vestito, si presenta molto meglio.
Raggiungere il controllo sul cambiamento, in rispetto allo stile di vita, esige un impegno con il mondo sociale esterno piuttosto che un ritiro da esso.
Migliorare lo stile significa migliorare il pensiero.
Le ricchezze ci permettono di conferire favori, ma per conferirli con proprietà e grazia serve qualcosa che le ricchezze non possono darti.
Non basta che lo scrittore sia padrone del proprio stile. Bisogna che lo stile sia padrone delle cose.
Per essere eleganti non si deve assolutamente aver l'aria di essersi vestiti a fondo, vale a dire essersi studiati molto bene, essersi coordinati; bisogna sempre avere un'aria piuttosto casuale, che non significa essere trasandati.
Il pensiero uccide l'ispirazione, lo stile vincola il pensiero, la scrittura ripaga lo stile.