Vivere è non pensare.
L'arte è l'espressione intellettuale dell'emozione, distinta dalla vita, che è l'espressione volitiva dell'emozione.
Vaghe ipotesi di potersi illudere questo, e non di più, ha il più grande degli uomini.
Possiamo morire solo se amiamo.
Le cose ottenute, siano esse imperi o frasi, proprio perché si sono ottenute, contengono la parte peggiore delle cose reali, ossia il fatto di sapere che sono periture.
L'uomo perfetto dei pagani era la perfezione dell'uomo che esiste; l'uomo perfetto dei cristiani era la perfezione dell'uomo che non esiste; l'uomo perfetto dei buddisti la perfezione della non esistenza dell'uomo.
Ci pare sempre di essere vissuti a lungo nei luoghi in cui abbiamo vissuto intensamente.
Se per te è impossibile vivere solo, sei nato schiavo.
Per noi che viviamo per piacere (agli altri), deve piacere vivere.
Vivere è una malattia a cui il sonno viene una volta al giorno a recare un po' di sollievo. Questo però è solo un palliativo: il rimedio è la morte.
Si vive sempre troppo.
La condanna degli esserti mortali, o forse il loro dono, è questo: bisogna vivere senza capire.
Vivere è diventato un esercizio burocratico.
Vivi nascosto.
Dubbio, risata, disinvoltura, insolenza, lentezza, ozio: elementi di una buona arte del vivere.
È un modo comodo di vivere quello di credersi grande di una grandezza latente.