L'azione è una malattia del pensiero, un cancro dell'immaginazione.— Fernando Pessoa
L'azione è una malattia del pensiero, un cancro dell'immaginazione.
La vita è ciò che facciamo di essa. I viaggi sono i viaggiatori. Ciò che vediamo non è ciò che vediamo, ma ciò che siamo.
Passare dai fantasmi della fede agli spettri della ragione è solamente un cambiare di cella.
Due persone dicono reciprocamente "ti amo", o lo pensano, e ciascuno vuol dire una cosa diversa, una vita diversa, perfino forse un colore diverso o un aroma diverso, nella somma astratta di impressioni che costituisce l'attività dell'anima.
Agisci come se non ci fosse Dio, ricordandoti però che Egli esiste.
Per ogni filosofo, Dio è della sua opinione.
Il maggior piacere che conosco è fare una buona azione di nascosto e vederla scoprire per caso.
Quando faccio la brava, sto bene, ma quando faccio la cattiva, sto meglio.
L'azione va incontro all'insuccesso anche perché non di rado le conoscenze radunate con fervore di zelo non erano guidate da un filo conduttore. Non conosce chi cerca, bensì colui che sa cercare.
Simula le buone azioni. Avrà un paradiso posticcio?
Meglio accendere una candela che brancolare nell'oscurità.
Ogni azione, anche la più piccola, apre e chiude una porta.
È esatto dire che, in mezzo ai bassi interessi del denaro e alla scolorita freddezza dei pensieri volgari che riempiono la nostra vita, le azioni ispirate da una vera passione mancano raramente di produrre il loro effetto, quasi che una divinità propizia si desse premura di condurle per mano.
Non cantata, l'azione più nobile morirà.
Non si compie un'azione virtuosa in vista di un premio: il premio sta nell'averla compiuta.
La causa prossima delle azioni è la fuga del dolore, la causa finale è l'amor del piacere.