Il prossimo è troppo occupato coi propri delitti per accorgersi dei nostri.
La crisi della cultura. C'è sempre stata: Shakespeare non sapeva il greco e Omero non sapeva l'inglese.
Se non si è di sinistra a vent'anni e di destra a cinquanta, non si è capito niente della vita...
Gli "altri" sono, bene o male, la prova che noi stiamo vivendo.
La pubblicità fa più danni della pornografia perché unisce l'inutile al dilettevole.
In amore bisogna essere senza scrupoli, non rispettare nessuno. All'occorrenza essere capaci di andare a letto con la propria moglie.
Loro [le Società] non sentono la vergogna, né il rimorso, né la gratitudine, né la benevolenza.
In alcuni casi è davvero più ammirevole lasciarsi trasportare da un'emozione, per quanto irragionevole, ma comunque generata da profondo amore, che non rimanere ad essa insensibili.
Su una parete della nostra scuola c'è scritto grande "I CARE". È il motto intraducibile dei giovani americani migliori: "me ne importa, mi sta a cuore". È il contrario esatto del motto fascista "me ne frego".
Soltanto ciò che è metafisico e non la dimensione storica rende beato; la seconda arreca soltanto erudizione. Se qualcuno si è realmente unito a Dio ed è entrato in lui, è del tutto indifferente per quale via vi sia giunto.
La preoccupazione per la propria immagine è la fatale immaturità dell'uomo. É così difficile essere indifferenti alla propria immagine. Una tale indifferenza è al di sopra delle forze umane. L'uomo ci arriva solo dopo la morte.
L'indifferenza è il più grave peccato mortale.
Talvolta sento la mia anima piena di occhi chiusi.
Quanto soffriamo per la gente che muore. Quanto siamo indifferenti a come vive.
Chi vive veramente non può non essere cittadino, e parteggiare. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita.
Non si tratta più di spiegare e risolvere, ma di provare e descrivere: tutto comincia dall'indifferenza perspicace.