La speranza è una pennuta creatura che si posa nell'anima.
Si dice che chi sa far felici gli altri è un Santo. Allora è forse questo l'arduo compito degli angeli?
Gli angeli stanno nella casa accanto alla nostra ovunque siamo.
Una parola è morta quando vien detta, dicono alcuni. Io dico che comincia a vivere soltanto allora.
Una parola muore appena detta: dice qualcuno. Io dico che solo in quel momento comincia a vivere.
La speranza è la disposizione infernale per eccellenza, contrariamente a ciò che si è potuto credere fino ad oggi.
Non sperare molto, e non temere affatto.
Fede e Speranza fanno tutt'uno: non può sperare chi non crede in nulla, né si può credere se non sperando.
L'animo umano è sempre ingannato nelle sue speranze, e sempre ingannabile: sempre deluso dalla speranza medesima, e sempre capace di esserlo: aperto non solo, ma posseduto dalla speranza nell'atto stesso dell'ultima disperazione.
La speranza è come una sorgente luminosa che, posta dinnanzi a tanti specchi, rifrange la sua luce in mille altre luci, si riflette in altrettante speranze quanti sono i desideri e i sogni che ciascuno ha di sé.
Tutti coloro che si lasciano assalire dai rimpianti invecchiano più precocemente di quelli che si nutrono di attese. La speranza illumina il cammino futuro ed è un prestito fatto alla felicità.
La speranza e il coraggio di pochi lasciano tracce indelebili.
Se uno non spera non troverà l'insperabile, perché esso è difficile da trovare e impervio.
La speranza è un rischio da correre. È addirittura il rischio dei rischi.
Se non credi di potere sperare in te stesso, datti pure per disperato.