Quando perdiamo il diritto a essere diversi, perdiamo il privilegio di essere liberi.
Alla salute morale e intellettiva di un uomo contribuisce in grande misura stabilire rapporti di collaborazione con diversi individui diversi da lui, che non tengono nel minimo conto le sue mete ideali e hanno capacità e interessi incomprensibili per lui se non riesce a uscire da sé stesso.
Non prendertela con chi ti sembra egoista, cattivo o stupido. Tu non sei diverso. E neppure io.
Non fare agli altri quello che vorresti fosse fatto a te. I loro gusti potrebbero essere diversi.
Tu sei una persona diversa, che vuole essere uguale. E questo, dal mio punto di vista, è considerato una malattia grave.
Non sarà l'omologazione delle differenze il futuro dell'umanità, ma la loro convivialità, il loro reciproco riconoscersi e accettarsi, sul fondamento comune della dignità assoluta di ogni persona umana e del diritto di ciascuno all'uguaglianza, formale e sostanziale.
Quando due mondi troppo diversi si scontrano, in genere non finisce mai bene.
I diversi inclusi in un gruppo sociale servono a vari usi: per esempio servono come oggetto da inferiorizzare per consentire ai "normali" di sentirsi superiori.
Riconoscere la diversità non è razzismo. È un dovere che abbiamo tutti. Il razzismo però deduce dalla diversità degli altri uomini la diversità dei diritti. Noi invece pensiamo che i diritti siano gli stessi per tutti gli uomini.
Diversità e molteplicità rappresentano una ricchezza e non un costo, un più e non un meno, la soluzione e non il problema.
Due applausi per la democrazia: uno perché ammette la diversità, due perché permette di fare critiche. Due applausi sono sufficienti perché non ci sarà occasione di farne tre. Solo l'amore e l'Amata Repubblica si riservano il terzo.