Si recita al cinema e in televisione per avere i soldi per fare teatro.
Praticavo judo prima ancora che se ne conoscesse l'esistenza qui da noi.
Mi manca il tempo passato a fare le prove a teatro.
L'esperienza teatrale mi ha aperto nuovi orizzonti, mi ha stimolato a sperimentare nuovi approcci e nuove idee nell'ambito della scultura stessa, in particolare per le opere di grandi dimensioni.
In un film l'imbecille non può fare che la parte di un imbecille, a teatro si può nascondere, in tv viene fuori subito.
Se fare teatro è il tuo obiettivo, devi lavorare sulla voce, svilupparne le variazioni e la flessibilità, ma soprattutto la capacità di farsi sentire.
Il teatro è condannato a morire da sé e deve consegnare il suo retaggio al cinematografo. Il cinematografo, tramutati in un ramo industriale l'ingenuo realismo e l'artisticità di Cechov e Gorki, spiana la strada al teatro dell'avvenire, alla libera arte dell'attore.
E' solo sul palco che gli attori si sentono vivi.
Fare piangere è meno difficile che far ridere. Per questo, teatralmente parlando, preferisco il genere farsesco.
A volte è solo uscendo di scena che si può capire quale ruolo si è svolto.
Il teatro non lo considero gay, non c'è il sesso: noi sulla scena siamo creature di cartone.