Quando un legame profondo si spezza, i sentimenti che nascono non sono mai neutri. Proprio le persone a cui si è dato tutto, quelle a cui si è affidata la parte più fragile di sé, possono diventare in seguito il bersaglio di emozioni violente e distruttive. L’intensità dell’odio deriva dall’intensità dell’amore che lo ha preceduto: quanto più ci si era aperti, tanto più ci si sente feriti, traditi, delusi. Non è un odio superficiale, ma un sentimento pieno di memoria, impregnato di ricordi, aspettative crollate, promesse infrante. Chi è stato importante possiede una sorta di potere emotivo che continua anche dopo la fine del rapporto. Si conoscono i punti vulnerabili dell’altro, ma soprattutto i propri, e questo rende ogni gesto o parola più tagliente. L’odio non nasce dal nulla: è spesso il risultato di una mancata elaborazione del dolore, della frustrazione e dell’impotenza causate dalla fine di un legame che un tempo sembrava sicuro. A volte, ciò che si chiama odio è in realtà una forma estrema di nostalgia e rimpianto, un amore che non ha trovato modo di trasformarsi o guarire.