La vita è un continuo apprendimento.
La più insistente ed urgente domanda della vita è: "Che cosa fate voi per gli altri?"
L'emancipazione femminile è un fattore decisivo nella costruzione di una vita qualitativamente migliore.
Non siamo capaci di capire meglio la vita a quaranta anni che a venti, ma almeno lo sappiamo e lo ammettiamo.
Puoi fare la decifrazione del ghiaccio anche in pantofole davanti al televisore, ma se tiri dei sermenti per non andare a sbattere contro un iceberg è meglio, come la vita: non indispensabile, ma meglio di niente.
Dobbiamo abituarci all'idea che ai più importanti bivi della nostra vita non c'è segnaletica.
Tra la forma della vita e la vita la differenza è la stessa di un liquore fra le labbra e un liquore nella bottiglia, l'ultimo eccellente da conservare ma per l'estatico bisogno lo stappato è superiore lo so perché ho provato.
Adesso non mangiamo più niente che debba essere ucciso per noi. Ne abbiamo passate tante, negli anni sessanta, con tutta la droga e gli amici che morivano come mosche, e adesso siamo arrivati al punto in cui diamo davvero un grande valore alla vita.
La fortuna è un attimo, la vita è tutto il resto.
La vita è il trattino tra materia e spirito.
La vita è tanto breve, e noi la rendiamo ancora più breve con la nostra incostanza, ricominciandola di continuo ora in un modo, ora in un altro: la riduciamo in pezzi e la laceriamo.