L’enfasi è posta su un tipo di amore che nasce soprattutto nella mente, fatto di riflessione, idealizzazione, ragionamento. Questo modo di amare può elevarsi fino a una dimensione quasi sacra, fatta di dedizione, rispetto e senso del sacrificio: diventa così una forma di spiritualità, in cui il sentimento si unisce a valori profondi e a un’intensa consapevolezza dell’altro. Allo stesso tempo, però, quando l’amore rimane confinato nella testa o viene vissuto in modo calcolatore, può trasformarsi in qualcosa di malsano, freddo, perfino deformato rispetto alla sua essenza. La distinzione fra persone nobili e persone volgari nasce dalla capacità di riconoscere il valore del sacrificio ricevuto. Chi è meschino, dopo avere ottenuto tutto ciò che desiderava – soprattutto il dono totale di sé da parte dell’altro – tende a spegnersi, a disinteressarsi, a considerare ciò che ha ricevuto come scontato. Non comprende la grandezza del gesto, non misura la profondità della rinuncia compiuta per lui. Al contrario, chi possiede sensibilità e autenticità rimane trasformato da quel sacrificio, lo onora e continua a far vivere il legame proprio grazie alla gratitudine e al rispetto. L’amore, in questa prospettiva, si rivela come un banco di prova della vera statura morale di una persona, perché mette a nudo la sua capacità di dare valore a ciò che non ha prezzo.