Non c'è niente di costante tranne il cambiamento.
L'attenzione è il sentiero conducente all'immortalità, la disattenzione è il sentiero della morte; gli attenti non muoiono, i disattenti sono già come morti.
L'unico vero fallimento nella vita è non agire in coerenza con i propri valori.
Tre cose non possono essere nascoste a lungo: il sole, la luna e la verità.
Viviamo nella paura, ed è così che non viviamo.
Poco mi giova aver costanza o fede; per me fortuna avara parla muta, ode sorda e cieca vede.
Nel mondo mutabile e leggero costanza è spesso il variar pensiero.
Uno sforzo continuo - non la forza o l'intelligenza - è la chiave che sprigiona il nostro potenziale.
Forse fu semplicemente la costanza, la tenacia di un desiderio così forte da costringere le cose ad accadere, e non viceversa.
La costanza, lungi dall'essere una virtù, sembra spesso essere il minaccioso peccato della razza umana, figlia della pigrizia e dell'autosufficienza, sorella del sonno, la causa di molte guerre e di praticamente tutte le persecuzioni.
Gli uomini non vogliono mai distinguere tra la costanza e la fedeltà.
La costanza è la virtù con la quale tutte le cose danno il loro frutto.
Se si vuole riuscire in qualcosa, la riuscita deve arrivare dolcemente, con grande impegno, ma senza costrizione od ossessione.
Val molto di più avere la costante attenzione degli uomini che la loro occasionale ammirazione.
Nessuna cosa essere più vana e più incostante che la moltitudine, così Tito Livio nostro, come tutti gli altri istorici, affermano.