I miracoli sono sempre in attesa, senza far distinzione per nessuno.
Nei momenti più impensati della vita si trovano le risposte più impensate. Scoprirle è così interessante che varrebbe la pena di vivere solo per questo.
Le persone non vogliono soffrire né tantomeno vivere nel terrore, desiderano soltanto essere felici. Siamo tutti fatti così, per cui se ti rendi conto che un tuo comportamento potrebbe ferire qualcuno, devi modificarlo.
L'unica cosa che mi sembra sicura è che il corpo e la mente delle persone ricevono e trasmettono molte più informazioni di quanto le persone stesse non pensino.
Non siamo nati per lavorare incessantemente, carichi di rabbia, senza fermarci mai, con la sensazione che ci manchi qualcosa, come se avessimo buttato via la nostra vita, mentre ci affrettiamo verso la morte in preda a un senso di inadeguatezza.
Quando conosciamo persone nuove, tutto sommato non credo che prestiamo molta attenzione al volto. Credo piuttosto che le guardiamo nell'animo. L'atmosfera che emanano, la voce, l'odore... percepiamo una combinazione di tutte queste cose.
Credere ai miracoli è più comodo che confutarli.
Si chiama miracolo quando Dio batte i suoi record.
Perché i miracoli di Gesù Cristo sono autentici e quelli di Esculapio, di Apollonio di Tania e di Maometto sono falsi?
Chi non crede nei miracoli, non è un realista.
La scienza non è che la spiegazione di un miracolo che non riusciamo mai a spiegare e l'arte è un'interpretazione di quel miracolo.
Il miracolo è destinato a essere creduto da coloro che hanno avuto il dono della Fede. E a non esserlo, da coloro che questo dono non l'hanno avuto.
I miracoli sono sull'uscio di casa. Basta saperli accogliere come fiori sbocciati in un deserto di sabbia. Sono fatti di amore, chiarezza e speranza.
I miracoli sono incidenti propizi, le cui cause naturali sono troppo complesse perché si possano facilmente capire.
I miracoli sono le fasce in cui si avvolgono chiese infantili.