Un amore immaginario è molto meglio di un amore reale. Non fare sesso è molto eccitante.

Andy Warhol
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La nostra interpretazione

L’idea al centro di questo pensiero mette in contrasto il mondo della fantasia con quello dell’esperienza concreta, soprattutto in ambito affettivo ed erotico. L’amore coltivato nella mente è privo di rischi reali: non delude, non tradisce, non impone compromessi o rinunce. È un amore che resta perfetto proprio perché non viene mai messo alla prova del quotidiano. La distanza fisica, il non consumare il desiderio, conserva un’intensità che spesso si affievolisce quando si entra nella dimensione pratica di una relazione. Il non agire diventa paradossalmente più eccitante del consumare il desiderio, perché mantiene viva l’attesa, la proiezione e l’idealizzazione dell’altro. In questo modo, l’immaginazione diventa il luogo privilegiato dove il sentimento si ingigantisce, si rende assoluto, immune dall’imperfezione umana. Si mette in luce anche un certo scetticismo verso la corporeità e la sessualità come possibili elementi di disincanto, come se il contatto reale avesse la forza di dissolvere l’aura magica costruita dalla mente. Ne emerge una tensione tra il bisogno di esperienza e il bisogno di conservare l’incanto, una nostalgia per un amore che vive meglio come sogno che come storia concreta.

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