Le scuole sono soltanto fabbriche di imbecillità e di depravazione.
L'arte, insomma, è il tentativo reiterato, che commuove perfino l'intelligenza, di sbrogliarsela in questo mondo e nelle sue avversità, cosa che, come sappiamo, è possibile solo facendo ripetutamente uso della menzogna e della falsità, dell'ipocrisia e dell'autoinganno.
Ogni uomo, a prescindere da quello che è e a prescindere totalmente da quello che fa, viene ricacciato continuamente in se stesso, ogni uomo è un incubo abbandonato soltanto a se stesso.
Vorrei sempre essere altrove, dove non sono, nel luogo dal quale sono or ora fuggito. Solo nel tragitto tra il luogo che ho appena lasciato e quello dove sto andando io sono felice.
L'insicurezza dell'essere umano è parte integrante della sua natura e della sua disperazione.
La volgarità è da ogni parte intorno a noi, e ogni giorno, inevitabilmente, soffochiamo nell'imbecillità.
Da oltre mezzo secolo i bambini, i ragazzi e i giovani vengono obbligati a starsene seduti, tra scuola e compiti, circa otto ore al giorno, e che, alla fine dei loro corsi di studi, a qualsiasi domanda culturale, il loro sguardo vaga smarrito o si esprime in un "boh!".
La scuola fa molto più male che bene ai cervelli in formazione.
La scuola è così essenzialmente antigeniale che non ristupidisce solamente gli scolari ma anche i maestri.
In uno Stato nazionale, la scuola deve lasciare libero per l'educazione fisica un tempo di gran lunga maggiore. Non è necessario riempire i giovani cervelli d'una zavorra di cui, come insegna l'esperienza, riterranno solo la minima parte.
Diploma: permesso di dimenticare o perlomeno di non imparare più.
La scuola è un nido di rivalità accanite.
Lo stato mantiene le scuole perché i padri di famiglia le vogliono e perché lui stesso, avendo bisogno tutti gli anni di qualche battaglione di impiegati, preferisce tirarseli su a modo suo e sceglierli sulla fede di certificati da lui concessi senza noie supplementari di vagliature più faticose.
Appartenere a una scuola, significa perdere la propria personalità; non appartenere a una scuola, significa abdicare a ogni possibilità di prestigio.
La scuola deve far sì che un giovane ne esca con una personalità armoniosa e non ridotto a uno specialista.
La scuola deve insegnare ad analizzare e discutere i parametri su cui si reggono le nostre affermazioni passionali.