Il generoso sta al prodigo come il parsimonioso all'avaro.
Chi dice che comandare è meglio che fottere è un gran bugiardo.
L'avarizia ci toglie il piacere di spendere, ma ci dà quello di non aver speso.
Che sarebbe della vita senza amore? Tanta noia e molta pace.
Quando si ama, anche la gassosa sa di champagne; quando non ci si ama più, anche lo champagne sa di gassosa.
Chi dice sempre la verità, evidentemente non ha altro da dire.
L'avaro non è buono nei confronti di nessuno, pessimo nei confronti di sé stesso.
Bisogna fuggire l'avarizia perché è un difetto molto brutto e cattivo, ma bisogna amare l'economia che è buona virtù e sorella della prudenza; essa è un grande aiuto alla carità.
C'è solo un modo di buttare via il proprio denaro: non spenderlo.
L'avarizia, com'è noto, ha una fame da lupo, e quanto più s'ingrassa, tanto più si fa insaziabile.
Se denaro è simbolo di escrementi, l'avarizia non è che una forma di coprofagia.
La città è travagliata da questi due vizi: l'avarizia e la lussuria; e queste pesti hanno rovinato tutte le grandi cose dell'impero.
Che cos'è l'avarizia? È un continuo vivere in miseria per paura della miseria.
L'avaro spende lo stretto necessario: il prodigo, tutto il superfluo.
Non si trova nessuno che voglia dividere il suo denaro: ma a quanti ciascuno distribuisce la sua vita! Sono stretti nel tenere la borsa; appena si tratta di perdere tempo, sono larghissimi in quella sola cosa in cui è virtù l'avarizia.