Ho amato ogni minuto di ogni ora che ho passato recitando a teatro.
Per i registi è difficile essere pazienti.
Il teatro mi ha aperto ad un mondo nuovo, ad una libertà che prima non conoscevo.
Ho cercato, innanzitutto, di crearmi una maschera, non tingendomi il volto, o annerendomi il naso; né volevo il successo puntando sulle gambe delle donnine. Volevo creare un personaggio concreto e nello stesso tempo sfasato nel linguaggio.
Noi del tribunale siamo fortunati, abbiamo un posto in prima fila nel teatro della vita.
C'è chi muore oscuro perché non ha avuto un diverso teatro.
Sono un attore di teatro, ma negli ultimi dieci anni ho recitato in vari film per guadagnare soldi.
Il ballo sul grande schermo non è equiparabile a quello su di un palco.
Sul palco mi sento davvero a mio agio e mi manca da morire.
Il cinema racchiude in sé molte altre arti; così come ha caratteristiche proprie della letteratura, ugualmente ha connotati propri del teatro, un aspetto filosofico e attributi improntati alla pittura, alla scultura, alla musica.
Il teatro è un tempio, un tempio dove non entra mai il sole. Si lavora sempre con poca luce, nel silenzio più assoluto; il testo va rispettato nelle sue virgole, va approfondito, perché tutto è nella parola.
Lo schermo dà soddisfazione perché è così tecnico e misterioso. E' come giocare alla roulette: hai un copione, puoi pensare che sia ottimo o pacchiano, ma non hai idea di come verrà fuori in realtà. Sul palco, invece, tu sei l'autore di te stesso.
Il teatro è anche finzione solo perché è anzitutto segno.