Un'eresia, se ottenga la vittoria, cambia nome e si chiama ortodossia.
Quella che comunemente chiamano prosa della vita non è, a dir vero, una gran bella prosa; anzi è una prosa che molte volte non dà neppur senso; ma non è detto che non si possa, in qualche misura, ripulire e correggere.
Per imparare certe cose bisogna saperne disimparare certe altre.
Insegna l'adagio latino che bisogna guardarsi dall'uomo di un solo libro, ed ha ragione; ma bisogna anche guardarsi un qualche po' dall'uomo di troppi libri.
Uomo con troppi bisogni, uomo pronto ad ogni viltà.
Si possono ignorare moltissimi libri, senz'essere, per questo, un ignorante.
Ogni eresia è l'esagerazione mostruosa di un aspetto della verità.
Le lingue, come le religioni, vivono di eresie.
Tutte le eresie sono bandiera di una realtà dell'esclusione. Gratta l'eresia, troverai il lebbroso. Ogni battaglia contro l'eresia vuole solamente questo: che il lebbroso rimanga tale.
Eretico sarà chi accenda il rogo, non già colei che vi brucerà dentro!
L'eresia di un'era diventa l'ortodossia dell'era seguente.
L'eresia è il frutto di un po' di scienza e d'ozio.