30 frasi, citazioni, aforismi
Anche i codardi trovano per difendersi il coraggio della disperazione.
Peccare di silenzio, quando bisognerebbe protestare, fa di un uomo un codardo.
Ottimismo e autocommiserazione sono i poli positivo e negativo della viltà contemporanea.
Perché tutti gli uomini sarebbero dei vigliacchi se osassero.
Se il codardo corresse contro i nemici con la rapidità che li fugge, li spaventerebbe.
È una bestia che sta sempre in agguato, la viltà. Ci morde tutti, ogni giorno, e son pochi coloro che non si lasciano sbranare da lei.
Il codardo è uno che prevede il futuro. il coraggioso è privo d'ogni immaginazione.
I vigliacchi devono avere il potere, altrimenti hanno paura.
Il tempo non ci rende più saggi, solo più vigliacchi.
La coscienza ci rende tutti codardi.
Molti vogliono e condursi teco vilmente, e che tu ad un tempo, sotto pena del loro odio, da un lato sii tanto accorto, che tu non dia impedimento alla loro viltà, dall'altro non li conoschi per vili.
Ogni possibile viltà diventa una meravigliosa speranza se uno sa riconoscerla. Ecco quel che penso. Non bisogna mai fare i difficili sul modo di evitarsi uno sbudellamento, né perder tempo a cercare le ragioni della persecuzione di cui sei oggetto. Sfuggirvi è quel che basta al saggio.
Dichiarare la propria viltà può essere un atto di coraggio.
Quella rabbia che ti prende quando sei di fronte alla debolezza, alla vigliaccheria di qualcuno e riconosci, o hai paura di riconoscere, la tua debolezza, la tua vigliaccheria.
Il vile anonimo è quello che scaglia il sasso e nasconde la mano. Noi siamo tutti un po' anonimi, non foss'altro perché nascondiamo il vero nome nostro e lo strozzino si fa chiamar banchiere, il letterato si fa chiamar poeta e il demagogo si fa chiamare padre della patria.
Il buon Dio non rende liberi i popoli vili.
Gettarsi in mezzo ai nemici può essere il segno distintivo della viltà.
La saggezza e la bontà sembrano vili a chi è vile: la feccia gode solo di se stessa.
Che abiezione, che schifo, che senso di vomito sentirci crescere dentro quella stessa viltà e quell'impotenza che abbiamo disprezzato negli altri.
È debole e vile chi si dà la morte per paura del dolore, e insensato chi vive per soffrire.