La religione esiste da quando il primo ipocrita ha incontrato il primo imbecille.
Una volta che il fanatismo ha incancrenito il cervello, la malattia è quasi incurabile.
Soltanto i deboli commettono crimini: chi è potente e chi è felice non ne ha bisogno.
Le leggi inutili indeboliscono quelle necessarie.
L'amore è una tela fornita dalla Natura e abbellita dall'immaginazione.
È una delle superstizioni dello spirito umano avere immaginato che la verginità potesse essere una virtù.
Ovunque Dio eriga una casa di preghiera, il diavolo vi costruisce sempre una cappella. E si scoprirà dopo aver controllato, che quest'ultimo ha la più vasta congregazione.
È più facile morire per una religione che viverla assolutamente.
Niente è più specifico all'uomo della capacità di religione e del senso di una divinità.
La fede, credenza cieca che serve da fondamento a tutte le religioni, non è che fonte di errori, illusioni, imposture.
Le religioni sono come le lucciole: per risplendere esse hanno bisogno dell'oscurità.
Tutti sanno che non si combatte una religione che per costruirne un'altra.
La religione non è altro che l'ombra gettata dall'universo sull'intelligenza umana.
Gli uomini non fanno mai il male così completamente ed entusiasticamente come quando lo fanno per convinzione religiosa.
Tutte le preghiere, le orazioni e le messe che i monaci e gli altri preti potrebbero dire, non servono a nulla, e valgono solo a far guadagnare danaro a coloro che le dicono.
La religione è la più gigantesca utopia, cioè la più gigantesca "metafisica" apparsa nella storia.