L'amore è una parola di luce, scritta da una mano di luce, sopra una pagina di luce.
— Romano Battaglia
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La nostra interpretazione
L’amore viene descritto come una realtà che appartiene alla dimensione della luce, qualcosa di immateriale ma intensamente presente, capace di illuminare tutto ciò che tocca. È rappresentato come un atto creativo, come se fosse scritto, cioè voluto, tracciato con intenzione e cura. La mano che scrive è ancora luce, così come la pagina su cui si posa: ogni elemento coinvolto è dello stesso ordine, come se l’amore, chi lo dona e chi lo accoglie fossero fatti della stessa sostanza luminosa.
In questa visione l’amore non appare come un semplice sentimento umano, fragile e mutevole, ma come una forza che rischiara le ombre interiori, che porta chiarezza, calore, orientamento. La luce richiama purezza, verità, assenza di inganno: l’amore autentico diventa così uno spazio in cui ci si può mostrare per ciò che si è, senza maschere. Non c’è oscurità, non c’è possesso, non c’è calcolo. Esiste un’armonia naturale tra ciò che si prova, l’intenzione con cui lo si vive e il contesto in cui fiorisce.
Questo tipo di amore, così descritto, suggerisce un’esperienza quasi sacra: un linguaggio che non ha bisogno di rumore o clamore, perché basta il suo stesso splendore a farsi comprendere. È un invito a riconoscere nell’amore una realtà che supera il quotidiano e lo nobilita, trasformando la vita in una pagina chiara, leggibile, aperta alla speranza e alla bellezza.
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