Sognare la vita, vivere un sogno, cantare per non vivere niente.
Sorridi e sopprimi ogni tua gelosia nel letto di Lucia, falsifichi assegni cambiando grafia nel letto di Lucia, dipingi scommetti e ti scordi la via nel letto di Lucia, guarisce d'incanto la tua malattia nel letto di Lucia.
La sposa in bianco, il maschio forte, i ministri puliti, i buffoni di corte, ladri di polli, super pensioni, ladri di stato e stupratori, il grasso ventre dei commendatori, diete politicizzate, evasori legalizzati.
Io cerco di scrivere canzoni ispirandomi ai discorsi che si possono fare sui tram, in mezzo alla gente, dove ti rendi subito conto dell'andazzo sociale. Non voglio dare insegnamenti, voglio soltanto fare il cronista.
È ovvio, adoro fare l'ironia, detesto cordialmente l'allegria.
E cantando le sue canzoni le storie di sangue le storie d'amore anche se lui non c'è più ha lasciato al paese un po' del suo cuore.
Dio mi ha dato una voce per cantare, e quando si ha questo non serve nessun altro trucco.
Mi piacerebbe insegnare al mondo a cantare in perfetta armonia. Specialmente a Bob Dylan.
Ho iniziato a cantare quando ho cominciato a parlare. Parlavo e cantavo. Mi pettinavo e cantavo. A cinque, sei anni aprivo la porta di casa e, se lì davanti c'era un gruppo di ragazzini, io mi mettevo a cantare.
E' drammatico se canto ed è drammatico se smetto di cantare. Cosa devo fare?
Se quel che non ardisco Cantar, nel cor, come in secreta istoria, Qual vera dea v'adoro e riverisco.
Odio cantare. E anche ballare.
Non sono tanto brava con le parole. E allora io chiedo che mi si dia un microfono per cantare e sarò felice.
La canzone è un momento di grande felicità. Non sono d'accordo con i tormenti interiori. Non servono a niente. Io voglio cantare la felicità, anche se non esiste, mi voglio illudere che esista, devo credere che esista.
Credo che un artista che ama questo mestiere debba giostrare tutte le discipline di questa arte. Saper cantare, recitare, scrivere fa parte di una scelta personale che mi ha allungato la carriera.